Politica dell'Iraq

L'Iraq è una repubblica democratica parlamentare federale. È basato su un sistema multipartitico in cui il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro del Consiglio dei Ministri come capo del governo, il Presidente dell'Iraq come capo dello Stato e il potere legislativo è affidato al Consiglio dei Rappresentanti.

L'attuale Primo Ministro dell'Iraq è Mohammed Shia al-Sudani, che detiene gran parte delle autorità esecutive e ha nominato il Consiglio dei Ministri.

Le province autonome del Nord, la Regione del Kurdistan, sono emerse nel 1992 come entità autonoma all'interno dell'Iraq con il proprio governo locale e parlamento.[1]

L'Economist Intelligence Unit ha classificato l'Iraq come "regime autoritario" nel 2019.[2]

Durante la Prima guerra mondiale, l'Iraq fu occupato dalle forze britanniche e alla fine della guerra fu affidato in mandato alla Gran Bretagna dalla Società delle Nazioni (1920). Nel 1926 venne riconosciuta l'annessione della regione settentrionale di Mossul, già rivendicata dalla Turchia e abitata principalmente da Curdi, le cui richieste di indipendenza avrebbero causato ripetute rivolte contro il governo centrale di Baghdad nei decenni successivi. Nel 1921 l'Iraq divenne un regno sotto l'hashimita Faiṣal, ma fu avversato dalla componente sciita maggioritaria. Nel 1924 l'Iraq divenne una monarchia costituzionale ereditaria. Così, lo Stato iracheno nacque subordinato al potere britannico e condizionato da due importanti questioni nazionali: quella curda e quella sciita.

Il paese divenne indipendente nel 1932, con la fine del mandato, ma rimase legato al Regno Unito. Per un breve periodo nel 1958 ha formato una federazione con la Giordania come Unione Araba.

Fino ad aprile 2003 l'Iraq è stato una repubblica dittatoriale governata dal Partito Ba'th, o Partito di Rinascita Araba Socialista. Soprattutto a partire dalla presa del potere da parte di Saddam Hussein nel 1979 il regime privilegiava gli arabi musulmani sunniti a danno degli arabi musulmani sciiti e dei curdi musulmani sunniti. Nella primavera 2003 la seconda Guerra del Golfo, lanciata da una coalizione guidata dagli Stati Uniti, ha portato alla caduta del regime di Saddam Hussein.

Da allora lo stato iracheno è una repubblica parlamentare. La nuova costituzione assegna un ruolo importante alla religione islamica, proclamata religione di Stato e "sorgente fondamentale della legislazione", vietando l'imposizione di leggi che contraddicano i principi fondamentali dell'Islam. Essa prevede pure che non possano essere imposte leggi contrarie ai principi democratici ed ai diritti umani e garantisce la libertà religiosa di tutti i cittadini.

La divisione amministrativa consiste in 18 governatorati, cui la nuova costituzione concede la possibilità di formare delle confederazioni dotate di ampia autonomia. Il Kurdistan iracheno è una regione autonoma nei territori settentrionali abitati dai curdi, stabilita successivamente alla prima Guerra del Golfo del 1991. I governatorati centro-settentrionali sono a maggioranza araba sunnita e quelli centro-meridionali a forte prevalenza araba sciita, dove un ruolo informale molto importante è svolto dai quattro grandi ayatollah sciiti che hanno sede nella città santa di Najaf, fra cui il più influente è ʿAlī al-Sistānī.

  1. ^ (EN) The Political History of the Kurds, su VOA. URL consultato il 6 gennaio 2023.
  2. ^ (EN) Democracy Index 2021: the China challenge, su Economist Intelligence Unit. URL consultato il 6 gennaio 2023.

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